Una sera mi ritrovai al Tucano, una famosa discoteca di Codevilla (Pv) eravamo in quattro gatti, cioè una ventina di persone. Quella sera c’era il concerto di un certo Vasco Rossi. Mi piaceva molto, conoscevo tutte le sue canzoni a memoria. Quel rock un po’ sgranato mi dava la carica. Forse anche perché capivo i testi. E poi c’era Albachiara una canzone davvero bellissima, che mi faceva sognare e nella quale mi sentivo molto rappresentata:

Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un’alba
Sei fresca come l’aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri
Ti vesti svogliatamente
Non metti mai niente che possa attirare attenzione
Un particolare, solo per farti guardare
E con la faccia pulita
Cammini per strada mangiando una mela
Coi libri di scuola, ti piace studiare
Non te ne devi vergognare
E quando guardi con quegli occhi grandi
Forse un po’ troppo sinceri, sinceri, sì
Si vede quello che pensi, quello che sogni…

Ero seduta per terra in prima fila. Mi faceva specie che uno come lui avesse “portato” così poca gente. Eppure lui e la sua band suonavano di brutto. Ricordo ancora con nostalgia il compianto Massimo Riva suo primo chitarrista, scomparso prematuramente per problemi legati alla droga. Io ero lì e guardavo Vasco e poi guardavo la band. Ogni tanto incrociavo lo sguardo di Vasco e pensavo, come tutte le ragazze presenti del resto, siii sta guardando proprio me

La cosa che più ricordo di quel concerto è di quando iniziò a cantare “Dimentichiamoci questa città”. Prima di partire con il brano ci chiese: “Come si chiama questa città'”. E non so chi gli rispose “Voghera” ma era Codevilla un paesone e non una città. Così prese in mano quell’asta e quel microfono e guardandoci da arrabbiato, deluso e frustrato iniziò a cantare:

Dimentichiamoci questa città Voghera 
Bambina, amiamoci
Dimentichiamoci il freddo che fa
Baby, svestiamoci
Ti voglio amare da morire
Voglio farti impazzire
Non ti devi preoccupare
So io come fare
So io come fare
Fare

Lo fece con una foga di chi veramente volesse dimenticarsi di quella città ma non solo anche di quella stessa sera. E io rimasi davvero colpita, sembrava quasi piangesse. E ora come ora dopo trent’anni di vita sui palchi lo capisco perfettamente. Lo vidi credo altre sette volte. L’ultima fu quando ritornò al Tucano dopo il successo di Bollicine, la discoteca era strapiena altroché quella sera di venti gatti. E da allora non mi piacque più. Non mi riconoscevo più nelle sue canzoni, nella sua rabbia di ribelle. Era diventato anche lui frutto del sistema e quella ribellione la trovavo solamente ipocrita.

Bye bye Vasco

Grazie a Tiziano Maurizio grande deejay (all’epoca deejay del Tucano di Codevilla) per questo manifesto storico. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cassetta originale

Angela Megassini

#angelamegassini

@angelamegassini

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